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9 settembre 1943: la battaglia dell'Aliseo
L'impresa della torpediniera italiana in Corsica contro nove navi tedesche
09/09/2015, 21:45 | Storia d'ItaliaSettantadue anni fa un episodio misconosciuto della Marina Militare italiana segna il confronto con l'ex alleato germanico, in modo bruciante.
Corsica, 8 settembre 1943. Nel porto di Bastia è ormeggiato naviglio italiano e tedesco vario quando nel pomeriggio attracca un convoglio diretto in Sardegna scortato dalle torpediniere Ardito e Aliseo, mentre rimane al largo di pattuglia la corvetta Cormorano.
In serata arriva la notizia dell'armistizio tra le forze italiane e gli Alleati, che lascia basiti tutti. Italiani e tedeschi concordano, con il beneplacito di del comando Supermarina a Roma, un accordo di fiducia, che consente al contingente tedesco il ritorno sul continente mentre il convoglio con le torpediniere di scorta prosegue la missione.
Poco prima della mezzanotte le due navi mollano gli ormeggi per prendere il largo quando nel porto corso arriva una brutta sorpresa: i tedeschi assaltano l'Ardito, ancora in porto, con gruppi armati scatenando una sparatoria incrociata con altre unità minori tedesche, che riescono a sopraffare gli italiani al prezzo di molte vite mentre l'Aliseo è già in mare aperto.
All'alba l'arrivo di forze del 10° raggruppamento Bersaglieri scaccia i tedeschi dal porto, che ordinano a tutte le loro navi di prendere il largo, per evitare di essere cannoneggiate dalle batterie costiere italiane: cinque motozattere, due piroscafi italiani catturati e due cacciasommergibili fanno rotta di uscita ma uno di questi ultimi viene centrato e danneggiato dal fuoco italiano.
Le navi tedesche puntano contro l'Aliseo, che frattanto ha ricevuto ordine da Roma di aprire il fuoco contro i germanici: uno scontro impari si può pensare, ma la torpediniera italiana non è in manovra bensì in ordine di battaglia e al suo comando ha il capitano Carlo Fecia di Cossato, già conosciuto comandate di sommergibili atlantici.
I tedeschi aprono il fuoco alla rinfusa contro la torpediniera italiana: un solo colpo da 88 mm la raggiunge, senza creare danni grazie alla prontezza delle squadre tecniche, mentre la centralina di tiro inizia un fuoco mirato contro il nemico: il cacciasommergibili UJ2203, danneggiato già dalle batterie costiere, viene fatto a pezzi da numerosi colpi e affonda. Subito dopo l'altro cacciasommergibili viene colpito nel deposito munizioni e si disintegra.
Le motozattere armate, rimaste senza l'appoggio delle navi maggiori cercano di concentrare il fuoco sull'Aliseo ma nel frattempo è sopraggiunta la corvetta Cormorano, che affronta due di esse insieme a una motobarca dell'aviazione tedesca, che cercava di sganciarsi nella confusione, mentre l'Aliseo colpisce le restanti tre motozattere e danneggia i piroscafi Humanitas e Sassari – caduti in mano nemica – bloccandoli, portando poi soccorso all'Ardito, che rientra sotto controllo italiano.
Una sconfitta cocente per la Kriegsmarine tedesca e un' impresa fuori dal comune per la Marina italiana, ingiustamente lasciata nell'oblio per troppi anni.
Una lezione che però i germanici imparano presto e che porterà probabilmente a prendere sanguinose rappresaglie, come nel caso dell'eccidio di Cefalonia, e negli appassionati di storia lascia sempre aperte molte domande, prima fra le quali se gli esiti della guerra in Italia sarebbero potuti essere molto diversi con un altra capacità di comando.