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Lincoln, la guerra civile americana e l'abolizione della schiavitù

Dall'ascesa di Abramo Lincoln al XIII emendamento

30/05/2016, 19:51 | Età moderna e contemporanea

Abraham Lincoln è indubbiamente uno dei personaggi più affascinanti ed emblematici della storia: sedicesimo presidente degli Stati Uniti d'America, eletto nel 1860, uno degli anni più difficili della storia della nazione, diverrà presto un simbolo della lotta contro la schiavitù.

La questione della schiavitù in America, a lungo dibattuta e fonte di enormi controversie tra i vari stati dell'unione, diviene improvvisamente calda nel 1854 con il Kansas-Nebraska Act: l'atto, che apriva tutti i territori del nord-ovest allo schiavismo, provocò la spaccatura del partito Democratico, nonché la nascita di un nuovo e forte partito Repubblicano.

Le elezioni del 1860 vedono scontrarsi tre candidati: due democratici e un repubblicano, Abraham Lincoln, antischiavista e uomo di grande spessore politico. La spaccatura dei Democratici tra nord e sud e la loro decisione di presentare due diversi candidati sarà decisiva per la vittoria di Lincoln alla presidenza. Pochi mesi prima del suo insediamento, alcuni stati del sud dell'Unione proclamano la loro indipendenza e la nascita degli Stati Confederati d'America: con grande abilità politica, Lincoln aspettò che ad attaccare fosse l'esercito confederato, come infatti avviene il 12 aprile del 1861 a Fort Sumter, prima di chiamare alle armi il popolo dell'Unione.

La guerra imperversa, mette in grave difficoltà sia gli stati dell'Unione che la Confederazione ed è fonte di grave preoccupazione per Lincoln. Il 1 Gennaio del 1863 viene emesso il Proclama di Emancipazione: oltre a essere una battaglia di tipo ideale, che mira a porre fine alla schiavitù in tutti gli Stati, si rivela essere anche un'importante misura strategica. Gli schiavi che appartengono ai proprietari confederati sono dichiarati liberi: molti fuggono a nord e si arruolano nell'esercito dell'Unione.

Il Proclama sarà fondamentale per la vittoria dell'Unione: oltre ad aggravare ulteriormente la situazione economica del Sud degli Stati Uniti, genera scompiglio nelle file confederate, nei grandi piantatori e nei proprietari di schiavi, che vedono coloro che li hanno serviti per anni, considerati prima di allora una loro proprietà, indossare una divisa dell'esercito nemico. In questo senso, il Proclama rappresenta un punto di svolta nella guerra, è una misura strategica che complica enormemente la situazione della Confederazione.

A seguito del Proclama e fino al 1865 sono liberati circa 4 milioni di persone dallo stato di schiavitù.

 

Il 1863 si rivela un anno cruciale per gli esiti della guerra: nel corso del conflitto le armate sudiste opposero un'accanita resistenza, ma dopo la vittoria dell'esercito unionista, guidato dal generale Grant, a Gettysburg (luglio 1863), una delle battaglie più sanguinose di tutta la guerra, cominciarono a cedere fino alla sconfitta definitiva. Il successo delle operazioni belliche e la crescente popolarità gli assicurarono la vittoria alle elezioni del 1864; nella primavera del 1865, a seguito della battaglia di Appotomax, il generale Grant riuscì a sconfiggere definitivamente le forze della Confederazione: il generale Lee si arrese alle forze unioniste il 9 aprile del 1865 nell'Appotomax Court House. 

La guerra era costata 600000 morti. La guerra di secessione ha mietuto più vittime americane dei due conflitti mondiali insieme. Il discorso dell'11 aprile del 1865 in cui Lincoln esaltò il ristabilimento dell'unità nazionale e la vittoria dei valori della democrazia repubblicana, sarà anche il suo testamento politico. Pochi giorni dopo, infatti, il 14 aprile del 1865, sarà ucciso da un fanatico della confederazione, John Wilkes Booth, durante uno spettacolo teatrale a Washington DC.

Dopo la sua morte saranno ratificati gli emendamenti XIII, XIV e XV alla Costituzione degli Stati Uniti d'America, che sanciscono la fine della schiavitù, l'eguaglianza politica e la cittadinanza delle persone di colore. Il presidente Abraham Lincoln è rimasto uno dei presidenti più amati e ricordati degli Stati Uniti: personalità politica di grande spessore, uomo dall'incredibile carisma, viene ricordato come colui che pose fine alla schiavitù in America, in difesa della democrazia e dei valori repubblicani.

“Democracy is the government of the people, by the people, for the people”. (A.Lincoln, discorso di Gettysbourg, 19 novembre 1863)

 

 

 

 

Ignazio Angelo Pisanu

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