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Gonario di Torres
La controversa vicenda terrena di uno dei personaggi chiave del medioevo sardo
17/06/2015, 17:34 | Antichità e medioevo
XII secolo, Torres: muore il Giudice Costantino. Le famiglie aristocratiche del sassarese si scontrano al fine di conquistare la Corona de Logu. Itocorre Cambellas, uno degli uomini più illustri del regno prende sotto la sua protezione Gonario, il piccolo figlio di Costantino e fugge verso il porto di Torres, frequentato da onesti mercanti Pisani. Restando nel giudicato, il piccolo erede al trono quasi sicuramente sarebbe caduto vittima degli avversari politici del padre. I mercanti amici di Itocorre condussero il bimbo a Pisa e qui fu presentato al comune che lo volle ospitare di buon grado. Fu messer Ebriaci a prendersi cura del futuro giudice fino all’età di 16 anni. A 16 anni Gonario sposò la figlia del suo nobile tutore messer Ebraci, per ricompensarlo degli oneri sostenuti per mantenerlo e istruirlo per poi far ritorno in Sardegna con moglie e suocero. Giunto al porto di Torres con quattro galere da guerra pisane, fece strage dei nemici di suo padre uccise un suo cugino che ambiva alla Corona. L’altare della chiesa di San Nicola di Trullas grondava di sangue: la famiglia degli Athen fu trucidata da Gonario e i suoi all’interno del luogo santo. Giunto sul monte del Goceano edificò in breve tempo un castello per meglio controllare la zona e dimostrare il suo grande potere. In tarda età si rese conto dei crimini e dei peccati commessi e –dopo aver diviso il regno tra i figli– ottenne dalla corona de logu l’approvazione per un viaggio a Gerusalemme. Durante il viaggio di ritorno passò per il regno di Apulia dove casualmente incontrò San Bernardo di Chiaravalle. Dopo una lunga e fervida conversazione con Bernardo –all’epoca impegnato nel preparare una nuova crociata– il giudice logudorese giurò di fronte al santo, promettendo la costruzione di un monastero cistercense nel suo regno. Bernardo, sorpreso dal fervore religioso di un sovrano di un regno allora sconosciuto in Europa promise l’invio di religiosi affinché popolassero il monastero. Il Libellus Iudicum Turritanorum ( contenente le biografie dei giudici di Torres) riporta l’entusiasmo del giudice: “era trascorso poco tempo dal ritorno di Gonario che San Bernardo mandò nell’isola 150 monaci e cinquanta conversi, come aveva promesso. Quando Gonario vide i Cistercensi provò una gran gioia e senza indugio diede ordine di iniziare la costruzione del monastero di Capudabbas, a Sindia. L’abbazia fu terminata in poco tempo…”
Un Judike colto educato dai migliori docenti pisani, un uomo vendicativo che non perdonò i nemici di suo padre, un abile politico timorato di Dio. La paura delle fiamme dell’inferno, l’ossessione per il peccato e l’eterna dannazione invadeva gli incubi di poveri e ricchi, contadini e sovrani. Gonario partì per Gerusalemme per espiare le sue colpe e trascorse gli utimi anni della sua intensa vita nel monastero di Clairvaux per presentarsi dinnanzi al giudizio divino con animo pio.